4° Strumenti di partecipazione

Il cittadino italiano di oggi è realmente sovrano? Le forme attuali che regolano l'espressione del suo diritto a decidere sono realmente efficaci? La democrazia rappresentativa com'è praticata oggi in Italia funziona? Il quarto incontro di cittAccesa è partito da questo tipo di interrogativi. Grazie all'aiuto di Giuseppe Strano, uno dei fondatori dei Democratici Diretti, ed Enzo Trentin, membro dell'Unione per l'Autogoverno, sabato mattina presso "Il Caseificio" si è discusso di "democrazia diretta" e di alcuni strumenti per tentare di riavvicinare il potere decisionale al cittadino. Alcuni di questi strumenti sono già esistenti - sottolinea Trentin - come il referendum, il difensore civico o la petizione, ma sono sconosciuti ai più e depotenziati, resi inefficaci in vari modi da chi ha interesse a mantenere lo status quo. Molta attenzione ha ricevuto il sistema partitico in generale, che secondo i relatori si pone come unico intermediario tra il singolo e le decisioni finali, mentre andrebbero praticate anche altre vie. Una di queste è la lista partecipata, illustrata da Strano: il rappresentante eletto da tale lista non riceve la delega dagli elettori "una volta per tutte". Naturalmente, ogni volta che questi ultimi decidono di esprimere direttamente la loro volontà su una questione (tramite voto interno), l'eletto dovrà attenersi a ciò che ha deciso -direttamente- "la base". Nel caso il rappresentante sia contrario alla decisione presa, dovrà immediatamente dimettersi. I cittadini, quindi, non solo delegano un altro rappresentante, ma possono controllare il suo operato, e in ogni momento rientrare in possesso della delega. In tal modo la popolazione non esprime il proprio volere solo una volta ogni cinque anni (con le elezioni), bensì ogni qualvolta lo ritenga opportuno. Voci dal pubblico in sala hanno manifestato alcune perplessità circa le proposte: il singolo cittadino non sarebbe competente su tutte le questioni nazionali, la possibilità di voto su tutto renderebbe immobile un sistema che invece chiede rapidità di decisione, e non permetterebbe lo sviluppo di buone leadership, relegando tutto all'elettorato. I relatori hanno invitato a non intendere la democrazia diretta come sostitutiva dell'attuale democrazia rappresentativa, bensì a considerarla un ampliamento delle possibilità del cittadino, in modo da renderlo più responsabile e partecipe, un'esperienza che è già stata sperimentata all'estero. Tutti hanno comunque riconosciuto la necessità di partire dalla sensibilizzazione del cittadino, via principe per iniziare qualsiasi percorso di partecipazione: via che cittAccesa ha intrapreso con costanza."

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