1°Seminario Internazionale sulle Esperienze di Bilancio Partecipativo

Si è concluso ieri il 1°Seminario Internazionale sulle Esperienze di Bilancio Partecipativo, l’incontro si è posto l’obiettivo di sviluppare un confronto tra differenti pratiche partecipative in Italia ed Europa. L’iniziativa suddivisa in due giornate è stata organizzata dall’Ufficio Partecipazione del Comune di Bergamo. Promotori: Comune di Bergamo, Associazione Rete Nuovo Municipio, Assessorato alla Partecipazione della Provincia di Milano e Istituto Cooperazione Economica Internazionale. Partner: Fondo Andaluz de Municipios para la solidaridad Internacional, Red Fal, Uisp e Cooperazione Italiana.

La discussione ha visto la partecipazione come modus operandi della Democrazia, come valore imprescindibile dal quale trarre l'azione amministrativa. I relatori hanno dimostrato come l'esperienza partecipata di pianificazione del territorio, sia la premessa del buon governo locale.

A livello internazionale esistono varie modalità di intendere il bilancio partecipativo. Scopo di questa giornata era capire come questo strumento di partecipazione dei cittadini venga sviluppato. Il confronto tra le diverse pratiche per individuare le criticità, nuovi sviluppi e nuovi spazi di democrazia.

In questo periodo storico, in cui assistiamo alla crisi della democrazia partecipativa e forse anche della cultura, osserviamo una crisi profonda nelle grandi e piccole dinamiche: una crisi strutturale e quindi di senso. C'è una notevole distanza tra le istituzioni e la società, uno strumento per riavvicinare questi soggetti è la partecipazione attiva. Creare una governabilità democratica tra la cittadinanza e le istituzioni. L’esperienze delle realtà locali hanno dimostrato che la partecipazione è uno strumento di cambiamento sociale e miglioramento del territorio. In questo processo i cittadini devono autoregolarsi, questo per evitare fenomeni di frustrazione. Il momento decisionale, con il voto, deve essere scelta vincolante per l’amministrazione. Il poter decidere cosa fare dello spazio comune. Molto importante diventano, quindi, la metodologia del processo e la coordinazione dell’istituzione amministrativa.

Pioniere nel campo della partecipazione cittadina sono le realtà sudamericane: Brasile, Perù portano avanti da più di un decennio assemblee pubbliche per discutere e decidere le priorità delle comunità. L'unica esperienza di legge nazionale che indirizza gli enti locali a sviluppare il bilancio partecipativo è la legge della Repubblica Dominicana 170/07.

In Italia buone pratiche riguardano il Comune di Grottammare (AP), primo esempio nostrano, e la Regione Lazio che incentiva la realizzazione delle opere uscite dal processo partecipativo (DGR). Da sottolineare l’approvazione della Regione Toscana della Legge sulla Partecipazione del 27 dicembre 2007 L.R. 69/07.

Dagli studi, infatti, emerge che più alto è il disagio, tanto maggiore è la partecipazione. La redistribuzione delle risorse garantisce uno sviluppo omogeneo. Categorie difficili da coinvolgere nel processo sono i migranti e i giovani, a queste categorie si aggiungono i 'disobbedienti' che mirano a politiche pubbliche con mezzi diversi. Non è sufficiente aprire a tutti il processo decisionale, bisogna mirare all'inclusione sociale e, quindi, tenere conto anche degli attori assenti. L’educazione alla partecipazione dovrebbe, inoltre, partire dall’età scolastica affinché spinga le giovani generazioni ad entrare nel processo.


La consultazione, la delega e la partecipazione sono vie che implicano risvolti completamente diversi. Il cittadino nei processi partecipativi ha la possibilità di proporre, discutere e decidere votando, in questo modo lo si responsabilizza. Si va così creando una società che costruisce la propria vita e il proprio futuro.

L’ente locale non deve optare per il bilancio partecipativo per mere ragioni di marketing o per ritorni elettorali, esso deve essere inteso come strumento per migliore gestione della res publica. Le municipalità più piccole, investono percentualmente di più nei processi partecipativi, queste non discutono solo delle microscelte di quartiere ma anche delle decisioni strutturali. Il problema che spesso si pone prima dell'avvio di processi partecipativi è la contrapposizione che si viene a creare tra la democrazia rappresentativa e partecipativa. Quanto gli eletti sono disposti a delegare alla scelta ai cittadini?

1 commento:

smutz ha detto...

http://www.partecipa.org/bergamo.
A questo indirizzo è disponibile il podcast audio e video del seminario internazionale sulle esperienze di bilancio partecipativo tenutosi a bergamo gli scorsi 4 e 5 aprile 2008.