Inceneritore a Spilimbergo: qualche precisazione

Ritorniamo su un altro tema piuttosto ‘caldo’, quello dei rifiuti.

Scegliamo di farlo con delle precisazioni che idealmente poniamo in calce ad un articolo pubblicato on-line il 12 gennaio 2008, a cura di Roberto Gregoretti, dedicato alla raccolta differenziata in Friuli Venezia Giulia.

Innanzitutto va considerato che la raccolta differenziata spinta viene ritenuta l’alternativa più efficace alla discarica indifferenziata dei rifiuti, in quanto permette il recupero dei materiali da reinvestire nei cicli produttivi. In merito all’altra alternativa praticabile (ad ora non “sostitutiva”), quella dell’inceneritore (dotato di impianto per il recupero del calore generato durante la combusione dei rifiuti, attraverso la produzione di vapore surriscaldato e di energia elettrica) nell’articolo che qui si rilegge viene intervistato l’assessore Roberto Mongiat del Comune di Spilimbergo.

Mongiat, a riguardo, afferma “Il Termovalorizzatore sito nel comune è uno dei due presenti in regione. Quello di Trieste brucia rifiuti urbani, mentre quello di Spilimbergo brucia rifiuti ospedalieri. Bruciando rifiuti vendiamo energia elettrica e il caldo prodotto è incanalato tramite tubazioni ed inviato ad un centro sportivo, un centro medico, tre piscine, un bocciodromo e un palazzetto dello sport. La cenere che rimane viene smaltita”.

Sorgono spontanee alcune precisazioni e un breve approfondimento (magari per informare chi non era presente all’incontro che cittAccesa ha organizzato sul tema, o semplicemente chi non conosce a fondo la situazione).
Come rende noto la Mistral, i rifiuti trattati dall’impianto di Spilimbergo sono principalmente rifiuti ospedalieri (cfr. Tipologie di Rifiuti Autorizzati), accanto ai quali vengono trattati liquidi ad alto potere calorifico, medicinali scaduti, rifiuti provenienti da attività artigiane, morchie di verniciatura, colori e vernici scadute. In questo impianto vi è un recupero energetico in quanto si produce energia elettrica (ca. 3 MWh) per soddisfare gli autoconsumi dell’impianto e la cessione alla rete ENEL. (L’inceneritore vende l’energia elettrica alla GSE a prezzo maggiorato grazie agli incentivi CIP6 per le energie rinnovabili o assimilate).

Inoltre, è stata prevista una presa per il comune di Spilimbergo (ed ecco il teleriscaldamento) con un prelievo di ca. 2.700 kg/h di vapore. Le tubazioni di cui parla l’assessore sono preventivate da anni ma non sono state mai realizzate. Attualmente (2008, il "termovalorizzatore" è stato costruito nel xxxx), il centro sportivo della zona Favorita, con relativo centro medico, tre piscine, un bocciodromo e un palazzetto dello sport non usufruiscono del calore prodotto dall’inceneritore. I lavori di realizzazione della rete e dell'impianto necessario (costo: oltre 1.000.000 euro da Regione e Comune) dovrebbero partire quest'anno, in tal modo la zona sportiva della Favorita potrà (verbo coniugato al futuro...) essere fornita a costo zero.

Si ricorda, infine, che il Comune di Spilimbergo partecipa solo con il 5% al capitale della Società MISTRAL FVG, il 33% è della Friulia Finanziaria FVG, e per oltre il 60% è delle private Hafner e Delmo, entrambe di Bolzano.

L’articolo segnala, poi, che “la normativa vigente impone per gli impianti di incenerimento dei rifiuti l’adozione delle migliori tecnologie disponibili. L’ARPA che controlla le emissioni non ha rilevato nulla di anomalo. In comune c’è soddisfazione tra la popolazione”.

Altre considerazioni si rendono necessarie: nonostante le tecnologie applicate, nei primi anni di storia dell’impianto spilimberghese si sono susseguiti una serie di incidenti.

Volendo essere pignoli (o precisi): l’impianto è entrato in funzione nel 2000, dopo una lunga serie di interventi di adeguamento e messa in sicurezza. Nel febbraio del 2001 è stato chiuso una prima volta dalla Provincia di Pordenone, per apportare alcune modifiche alle infrastrutture, le attività sono riprese pochi mesi dopo. L’emissione di diossine e furani, registrata dall’Arpa il 25 settembre 2002, ha causato la sospensione dell’impianto dal 7 ottobre al 28 ottobre 2002. Una ulteriore emissione di diossina e furani registrata dall’Arpa il 26 giugno 2003 provoca la sospensione dei lavori dal luglio al novembre 2003. Un altro incidente si verifica il 13 febbraio 2004. Il 27 ottobre 2004, a causa di un blackout, scoppia un incendio.

Inoltre, la stampa ha parlato del potenziale conflitto d’interesse di alcuni componenti della giunta, tra cui l’assessore all’Ambiente Antonio Zavagno e l’allora vicesindaco Alido Soresi.

Sono stati fatti esposti in Procura e al Prefetto. Inoltre l’amministrazione, che ha gestito l’insediamento e le successive evoluzioni dell’impianto, è stata contestata in diversi momenti da tutte le forze dell’opposizione.

Due associazioni di cittadini (Aria Nostra e ACQUA) si sono confrontate a lungo con l’amministrazione per tutelare la salute dei residenti e solo negli ultimi tempi, con la gestione più oculata dell’impianto, si è creato un rapporto maggiormente disteso e collaborativo tra l’impianto e le associazioni cittadine, per cui la popolazione probabilmente è più tranquilla.

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