Scegliamo di farlo con delle precisazioni che idealmente poniamo in calce ad un articolo pubblicato on-line il 12 gennaio
Innanzitutto va considerato che la raccolta differenziata spinta viene ritenuta l’alternativa più efficace alla discarica indifferenziata dei rifiuti, in quanto permette il recupero dei materiali da reinvestire nei cicli produttivi. In merito all’altra alternativa praticabile (ad ora non “sostitutiva”), quella dell’inceneritore (dotato di impianto per il recupero del calore generato durante la combusione dei rifiuti, attraverso la produzione di vapore surriscaldato e di energia elettrica) nell’articolo che qui si rilegge viene intervistato l’assessore Roberto Mongiat del Comune di Spilimbergo.
Mongiat, a riguardo, afferma “Il Termovalorizzatore sito nel comune è uno dei due presenti in regione. Quello di Trieste brucia rifiuti urbani, mentre quello di Spilimbergo brucia rifiuti ospedalieri. Bruciando rifiuti vendiamo energia elettrica e il caldo prodotto è incanalato tramite tubazioni ed inviato ad un centro sportivo, un centro medico, tre piscine, un bocciodromo e un palazzetto dello sport. La cenere che rimane viene smaltita”.
Sorgono spontanee alcune precisazioni e un breve approfondimento (magari per informare chi non era presente all’incontro che cittAccesa ha organizzato sul tema, o semplicemente chi non conosce a fondo la situazione).
Come rende noto
Inoltre, è stata prevista una presa per il comune di Spilimbergo (ed ecco il teleriscaldamento) con un prelievo di ca. 2.700 kg/h di vapore. Le tubazioni di cui parla l’assessore sono preventivate da anni ma non sono state mai realizzate. Attualmente (2008, il "termovalorizzatore" è stato costruito nel xxxx), il centro sportivo della zona Favorita, con relativo centro medico, tre piscine, un bocciodromo e un palazzetto dello sport non usufruiscono del calore prodotto dall’inceneritore. I lavori di realizzazione della rete e dell'impianto necessario (costo: oltre 1.000.000 euro da Regione e Comune) dovrebbero partire quest'anno, in tal modo la zona sportiva della Favorita potrà (verbo coniugato al futuro...) essere fornita a costo zero.
Si ricorda, infine, che il Comune di Spilimbergo partecipa solo con il 5% al capitale della Società MISTRAL FVG, il 33% è della Friulia Finanziaria FVG, e per oltre il 60% è delle private Hafner e Delmo, entrambe di Bolzano.
L’articolo segnala, poi, che “la normativa vigente impone per gli impianti di incenerimento dei rifiuti l’adozione delle migliori tecnologie disponibili. L’ARPA che controlla le emissioni non ha rilevato nulla di anomalo. In comune c’è soddisfazione tra la popolazione”.
Altre considerazioni si rendono necessarie: nonostante le tecnologie applicate, nei primi anni di storia dell’impianto spilimberghese si sono susseguiti una serie di incidenti.
Volendo essere pignoli (o precisi): l’impianto è entrato in funzione nel 2000, dopo una lunga serie di interventi di adeguamento e messa in sicurezza. Nel febbraio del 2001 è stato chiuso una prima volta dalla Provincia di Pordenone, per apportare alcune modifiche alle infrastrutture, le attività sono riprese pochi mesi dopo. L’emissione di diossine e furani, registrata dall’Arpa il 25 settembre
Inoltre, la stampa ha parlato del potenziale conflitto d’interesse di alcuni componenti della giunta, tra cui l’assessore all’Ambiente Antonio Zavagno e l’allora vicesindaco Alido Soresi.
Sono stati fatti esposti in Procura e al Prefetto. Inoltre l’amministrazione, che ha gestito l’insediamento e le successive evoluzioni dell’impianto, è stata contestata in diversi momenti da tutte le forze dell’opposizione.
Due associazioni di cittadini (Aria Nostra e ACQUA) si sono confrontate a lungo con l’amministrazione per tutelare la salute dei residenti e solo negli ultimi tempi, con la gestione più oculata dell’impianto, si è creato un rapporto maggiormente disteso e collaborativo tra l’impianto e le associazioni cittadine, per cui la popolazione probabilmente è più tranquilla.
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