Appello della Rete per la Decrescita

Riceviamo e diamo notizia dell'appello lanciato dalla Rete per la Decrescita. Il tema della Decrescita (felice o meno che sia) è stato trattato anche in uno dei nostri incontri. Il punto di riferimento di questo movimento, nella nostra zona, sono le Officine per la Decrescita di Pordenone.
Le tematiche portata avanti sono di estremo interesse! Vi invitiamo a documentarvi!

"APPELLO
Pur registrando continui silenzi o adesioni intermittenti, la gravità della situazione sociale economica e ambientale, irresponsabilmente ignorata dalla quasi totalità della classe politica e dirigente a tutti i livelli, la rassegnata passività della gran parte dei nostri concittadini ci inducono a rinnovare l’appello per una larga adesione alla Rete – Officina della decrescita.
Il barile di petrolio veleggia verso i 150 dollari ed alcuni esperti non catastrofisti ipotizzano 250 per fine anno. La povertà dilaga nel nostro Paese e nel mondo, mentre la salute del Pianeta continua a peggiorare.
Barbara Spinelli, su La Stampa del 6 giugno scorso conclude il suo articolo sugli esiti deludenti del vertice della FAO con queste parole: “Oggi quella sfida (fra Occidente e Unione sovietica) non esiste più: in parte è una disgrazia. Oggi non si tratta di strappare i poveri e gli ultimi alla seduzione sovietica ma di aiutare le singole persone umane a non morire di fame, semplicemente e subito. E’ questo che gli occidentali non sanno fare. E’ questo che li rende afasici, volontariamente impotenti, e vuoti.
Le sue parole richiamano una famosa frase di Ghandi: “Occorre vivere più semplicemente per consentire a tutti semplicemente di vivere” e sottolinea la nostra afasia, impotenza e vuotezza.
Parlando di noi italiani ed europei, del modo in cui ci poniamo di fronte a queste sfide fra loro connesse, possiamo individuare due blocchi:
- il primo, la stragrande maggioranza, continua a non vedere l’evidenza dei fatti, coltiva l’illusione che lo sviluppo riprenderà, per continuare a consumare in modo insensato;
- il secondo, minoritario ma in crescita, pensa a soluzioni locali per affrontare problemi globali o, come dice il sociologo U. Beck, ricerca soluzioni biografiche a problemi sistemici.
Del primo blocco non serve parlare molto, basta leggere l’ormai ampia letteratura in materia.
Del secondo gruppo fanno parte coloro che, per l’appunto, non ragionano in termini sistemici e si affidano alla speranza che la tecnologia possa trarci d’impiccio, che ci sia il tempo per riformare gradualmente il sistema, oppure che basti fare alcune buone pratiche di risparmio energetico, di consumo equo-bio-solidale, qualche conferenza, qualche bella Festa.

Senza sminuire l’importanza delle buone pratiche (sono la condizione necessaria ma non sufficiente) L’Officina della decrescita ed ora la Rete di economia solidale del Friuli Venezia Giulia, tentano di convincere persone, gruppi ed istituzioni a mettersi in rete e darsi un comune orizzonte che abbiamo chiamato economia solidale. La rete non è un’associazione culturale o un partito, fatti da una minoranza trainante e da una maggioranza solitamente passiva. La rete è un insieme di soggetti, i nodi, che consapevolmente sviluppano una doppia identità: quella rivolta al conseguimento del proprio specifico fine e quella di fare sistema insieme agli altri nodi, sviluppando connessioni e condividendo obiettivi e regole comuni.
Per fare tutto questo occorrono adesioni consapevoli e volontà di essere coprotagonisti di questo difficile cammino. Chiediamo quindi ad ogni persona e gruppo che decide di aderire alla Rete – Officina di impegnarsi a concordare insieme regole e portare avanti progetti condivisi, compreso quello dell’organizzazione della rete. "

Maggiori info qui!

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