Le vie della Partecipazione. Buone pratiche in Europa, in Italia e in Toscana

Immagine etesto tratti dal sito della Regione Toscana

Si è svolto venerdì 06 giugno, alla Capannina di Forte dei Marmi, l’iniziativa sulla partecipazione organizzata dalla Regione Toscana e dal comune di Forte dei Marmi. Non un convegno, ma l’occasione per fare il punto a sei mesi dall’approvazione della legge toscana e per buttare l’occhio in Francia o in Germania, oltre che agli esempi nazionali. «Lo scopo della legge è quello di sperimentare – ricorda l’assessore, durante l’intervista – La legge che abbiamo approvato è una legge a tempo, che tra cinque anni dovremo decidere se rinnovare. Non detta un solo modello e lascia ampio spazio di interpretazione agli enti locali. Ma ha uno scopo preciso: quello di rimettere il cittadino al centro del dibattito, per rinnovare le istituzioni e il sistema democratico. E per questo abbiamo appunto bisogno di imparare anche dagli altri».

Gli scettici temono che i processi partecipativi diventino solo un grande gioco di ruolo e che le decisioni vere e importanti continuino ad essere prese altrove. Altri sottolineano il paradosso del voler fissare regole per un processo spontaneo come la partecipazione. Il Censis, quattro anni fa, ha sottolineato peraltro lo scarso interesse delle istituzioni locali per gli strumenti della partecipazione. A Montaione c’è stato il dibattito pubblico sui destini urbanistici di Castelfalfi. Il comune di Prato ha deciso di aprire un percorso partecipativo sul piano strutturale della città». «Non penso neppure – aggiunge - che la nostra idea di partecipazione possa diventare un’operazione plebiscitaria: è più pericoloso parlare solo alla televisione, senza confrontarsi con la gente».

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